Cos’è l’Aceto Balsamico?
L’Aceto Balsamico non è un semplice aceto è “Aceto Balsamico per Tradizione”!
Il protagonista “alla modenese” della nostra acetaia di famiglia!
L’Aceto Balsamico non è un aceto è “un condimento”!
La Bottega dell’Aceto Balsamico di Acetaia Valeri
Un po’ di storia non guasta mai!
Non era certamente il prodotto che conosciamo oggi perché era consuetudine miscelare i mosti, cotti e crudi, o i suoi derivati con aromi e spezie per variegarne il sapore a seconda degli utilizzi finali.Matilde di Canossa, principi e regnanti ne fanno uso quale dono prezioso da omaggiare, lasciandone traccia evidente nei documenti che ci sono stati tramandati.
A metà dello stesso secolo nel 1862, l’Avvocato Francesco Aggazzotti, agrofilo naturale per sua stessa definizione, modenese di Colombaro dove oggi risiedono ancora i suoi pronipoti, iniziò a descriverne i metodi per ottenerlo, dalle uve da utilizzare ai contenitori in legno, dalle fermentazioni agli indispensabili travasi annuali indicandone la via da seguire per trasformare il mosto cotto nel prodotto finito. Una traccia divenuta consuetudine e ancora oggi regolamento base per ottenerlo, fatto salvo le leggere sfumature che ogni famiglia ritiene siano un segreto da tramandare di padre in figlio, verbalmente!
Sarà il Sindaco di Spilamberto Rolando Simonini, assieme ad alcuni appassionati cultori e amici chiamati a raccolta nel 1967, ad iniziare quel percorso di difesa del “balsamico modenese” dando vita alla “Consorteria dell’Aceto balsamico naturale” tuttora in attività nella stessa Spilamberto tanto da ritenere oggi, il paese, la culla del balsamico. Nel 1976 la stessa Consorteria ne definisce i caratteri organolettici presso la camera di Commercio di Modena durante le giornate di studio indette dal sodalizio spilambertese affermando che “ Il vero aceto balsamico naturale è prodotto nell’area degli antichi domini estensi. È ottenuto da un mosto di uva cotto, maturato per lenta acetificazione derivata da naturale fermentazione e da progressiva concentrazione mediante lunghissimo invecchiamento in serie di vascelli di legno diversi, senza alcuna addizione di sostanze aromatiche.Di colore bruno scuro carico e lucente, manifesta la propria densità in una corretta, scorrevole sciropposità. Ha profumo caratteristico e complesso, penetrante, di evidente ma gradevole ed aromatica acidità. Di tradizionale ed inimitabile sapore dolce e agro ben equilibrato, si offre generosamente pieno, sapido con sfumature vellutate in accordo con i caratteri olfattivi che gli sono propri”.
Inizia così la preparazione dei primi documenti di tutela del prodotto che porteranno a fine secolo alla nascita del Consorzio di Tutela e successivamente al riconoscimento europeo della DOP (Denominazione di Origine Protetta ) avvenuta il 5 maggio 2000.
Il resto è storia dei giorni nostri.